Moto e Abbigliamento Bikers dedicato : Le tendenze del 2023 influenzate dall' iconico " Chiodo di pelle "

CHE MOTO VEDREMO NEL 2023 Custom, Classic e Cruiser IL ritorno degli stili retro' delle classic  negli ultimi anni è esploso , con una serie di marchi e modelli del tutto nuovi (soprattutto cinesi) che stanno invadendo il mercato europeo.   potrebbero arrivare una scrambler Honda CL500 e una versione bagger della Rebel 1100.. In Ducati è già confermata la nuova Scrambler , mentre dall'Inghilterra potrebbe arrivare una piccola Bonneville con cilindrata intorno ai 400cc (in collaborazione con Bajaj).  BMW potrebbe presentare una versione in scala della maxi cruiser R18: la R12 con boxer 1250. Ma prepariamoci all'invasione della profanazione sacrilega elettrificata,  perchè probabilmente a Intermot e EICMA 2023 vedremo una apoteosi di moto elettriche .   Fra i marchi che stanno stimolando attivamente la curiosità dei motociclisti c'è Triumph, che porterà la versione di serie della  TE-1  .  Livewire (Harley Davidson) invecie  mostrerà la  Del Mar  in versione definitiva

UN TESORO TOSCANO INTRISO DI SACRALITA': ABBAZIA DI SAN GALGANO

UN TESORO TOSCANO INTRISO DI SACRALITA': ABBAZIA DI SAN GALGANO

 l’Abbazia di San Galgano in Valdimerse costituisce uno degli esempi più interessanti dello stile gotico cistercense ed una delle più importanti porte che consentirono all’arte gotica l’ingresso in Italia.

Per la sua grande importanza storica ed artistica, l’Abbazia di San Galgano meritava ben altra sorte che quella riservatale dal tempo, favorito dall’incuria dell’uomo. 

I giganteschi ruderi dell’Abbazia, oggi ripuliti, restaurati ed illuminati, immersi in un silenzio solenne , sanno stupire il visitatore, parlare al suo animo, suscitare nel suo cuore un’intima commozione e nel suo intelletto immagini fantasiose.

L’Abbazia conobbe un inaspettato splendore durante il XIII ed il XIV secolo, ma a partire dal XV, lentamente ed inesorabilmente decadde. 

La sua decadenza ebbe il culmine nel 1781 col crollo delle volte di copertura della chiesa abbaziale, nel 1786 con la rovina del campanile, nel 1789 con la sentenza ecclesiastica di profanazione.

Dopo due secoli di abbandono, agli inizi del ‘900 l’abbazia subì un imponente restauro conservativo che l’ha portata fino ai giorni nostri.

Oggi, rappresenta una meta conosciuta ed apprezzata da migliaia di visitatori, ma continua ad essere un segno vivo del nostro Santo Patrono Galgano impresso nel cuore di ogni chiusdinese.

Per volontà del vescovo di Volterra Ugo Saladininel luogo della morte di San Galgano fu edificata una cappella terminata intorno al 1185
Il vescovo a lui succeduto, Ildebrando Pannocchieschi, promosse invece la costruzione di un vero e proprio monastero-----

Negli ultimi anni della sua vita Galgano era entrato in contatto con i Cistercensi e furono proprio loro ad essere chiamati a fondar la prima comunità di monaci che risulta già attiva nel 120 a quel tempo la chiesa di Montesiepi risultava come una filiazione dell'abbazia di Casamari

 La costruzione dell’abbazia cominciò nel 1218 per iniziativa dei monaci cistercensi, che con la loro rete di monasteri rivoluzionarono la spiritualità medioevale sancendo il passaggio dal monachesimo degli eremiti a una religiosità più ancorata alle esigenze anche economiche dei territori. 

L’abbazia di San Galgano costruita in tempi rapidi prosperò per oltre un secolo, acquisendo un ruolo di rilievo nella ricca economia della zona e nelle stesse istituzioni della città di Siena.

Il lento declino cominciò nel 1348, quando gli attivi monaci cistercensi vennero falcidiati dalla peste nera. 

Persa l’autonomia dopo un lungo contenzioso con Siena, nel 1576 pare che nell’abbazia di San Galgano abitasse un solo monaco. 

Dopo un incerto tentativo di restauro, le piombature del tetto furono vendute, gli infissi e gli arredi saccheggiati. 

E oggi quel che resta dell’intero complesso monastico sono delle maestose mura con le navate e alcune sale, tra cui quella splendida del refettorio. 

La chiesa rispetta perfettamente i canoni della abbazie cistercensi; tali canoni erano stabiliti dalla regola di San Bernardo e prevedevano norme precise per quanto riguarda la localizzazione, lo sviluppo planimetrico e lo schema distributivo degli edifici.

Il complesso è costituito dalla celebre chiesa “senza tetto” e da un edificio che si sviluppa lungo il braccio destro del transetto e che costituisce quanto resta dell’Abbazia.

 In questo edificio avevano sede la sagrestia, il parlatorio, lo scriptorium, la sala capitolare, l’archivio e, sopra, il dormitorio e la cappella.

Sotto l'impulso di questo primitivo nucleo monastico, ai quali si erano uniti molti nobili senesi e alcuni monaci provenienti direttamente dall'abbazia di Clairvaux nel 1218 si iniziarono i lavori di costruzione dell'abbazia nella sottostante piana della Merse.

 Il progettista sembra sia stato donnus Johannes che l'anno precedente aveva portato a termine i lavori nell'abbazia di Casamari.

Ma perché i cistercensi decisero di costruire un così imponente complesso in quella defilata valle attraversata dal fiume Merse? 

Perché a duecento metri già sorgeva una chiesetta, l’eremo di Montesiepi, il cui primo nucleo si deve allo stesso santo (e ai suoi diretti seguaci) cui il complesso è dedicato. 

Gli imponenti lavori, iniziati nel 1218, terminarono nel 1288. 
L'ipotesi che trova attualmente maggiori riscontri è che l'esecuzione della chiesa sia iniziata a partire dall'abside.

 Questa è la parte che maggiormente rispetta i canoni cistercensi,in special modo nella zona del coro e del braccio meridionale del transetto caratterizzati dall'uso di travertino e dalle aperture minori. 

Nel braccio settentrionale e nelle ultime campate della chiesa le aperture sono più grandi. 

Per quanto riguarda l'attribuzione, si pensa che la parte orientale sia stata realizzata da donnus Johannes mentre la parte occidentale da frate Ugolino di Maffeo, documentato nel 1275.

Ma l'Abbazia di San Galgano in Valdimerse, e' famosa e attualmente molto frequentata dai turisti, anche per un'altro motivo,nella cappella di Montesiepi, detta anche «rotonda» per via della forma circolare della struttura centrale, confitta in una roccia a un paio di metri dall’altare c’è una vecchia spada di ferro.

 Una teca trasparente la protegge dai vandali, perche' egli anni Settanta e negli anni Novanta del Novecento, c, provarono a estrarre l’antica arma provocando seri danni.

Ma alla spada va dedicato ampio spazio, e lo faremo nel  prossimo post



.



Commenti