Si parla molto di Café Racer, ma non tutti sanno cosa significa e da dove nasce questo movimento.
Se lo facessero oggi come cinquant'anni fa, probabilmente sarebbero i ravers delle feste fino a giorno inoltrato ad avere moto strane, con pezzi improponibili ed una voglia di rischiare che spaventa i più
Dovremmo parlare di miti intramontabili o di sensazioni di ritorno, magari di un'esagerazione nell'andare avanti che fa decidere di tornare indietro.
O forse semplicemente moda che torna come tornano i jeans a vita alta o i pantaloni a zampa d'elefante.
Con il termine Cafè Racer ci si riferisce ad un segmento di moto nato in Inghilterra negli anni sessanta, erano quelle moto che venivano modificate artigianalmente e amatorialmente.
Chi preparava queste moto lo faceva per partecipare a gare clandestine e spesso le modifiche consistevano nell'eliminazione di tutti gli elementi di serie inutili per tali corse.
Insomma si va avanti ma poi si ripercorre sempre la storia.
Per passione, nostalgia o per rispetto.
Più che mai risuona in questi ultimi due decenni la frase "una volta era diverso" con accezione negativa, alludendo a un peggioramento e a un declino.
Il motociclista va alla ricerca di sensazioni, passioni forti e di relazioni instaurate con il proprio mezzo.
Cafe Racer nasce in Inghilterra per poi spostarsi nel resto d'Italia un poco alla volta.
É complementare al fenomeno delle Naked e Streetfighter, perché se le Café Racer sono scarenate rivestite e corsaiole, le nude nascono da moto da pista senza più i veli.
La motocicletta Café Racer era l’espressione della cultura rock,esserci dentro significava passare intere nottate a fare ogni tipo di lavoro possibile, perché la moto era l’anima del biker, doveva essere diversa da tutti gli altri, come lo era il Rocker ribelle rispetto alla massa anni ’60.
Café come Ace Café, il locale storico nato nel secondo dopoguerra londinese, che aperto 24 ore al giorno fungeva come punto di ritrovo per gli appassionati che notte e giorno parlavano di moto, donne e rock.
Racer non è una parola che necessita di traduzione, la tendenza del tempo era quella di prendere la propria moto e smontarla in garage, cercando componenti derivati dalle gare e sostituirli con quelli di serie.
Le modifiche più vistose riguardavano in primis il manubrio, che veniva sostituito con i semi manubri delle sportive da gara, così come la sella che doveva essere monoposto ed affilata al pari delle moto da competizione.
Tra pilota e mezzo deve nascere un vero amore e come tale devono esserci emozioni, passioni, complicazioni e litigi; ma questo non vuol dire che tutti cerchino la prestazione o i cavalli infiniti.
A volte si aggiungeva il cupolino e spesso si modificava lo scarico per dare più timbro alla propria prediletta, ma il fatto che ora le Café Racer siano moto molto naif è conseguenza del fatto che sessant’anni fa venivano costruite in questo modo.
Le elaborazioni più pesanti, come quelle in cui si mischiano due (o più) moto completamente diverse sono arrivate in seguito come diretta consegunenza
Il motociclista va alla ricerca di moto con una propria anima, capace di spaventare ed emozionare, di bestie nude e crude da domare e dominare, che ti costringono a conoscerle bene ed affinare le proprie capacità per trovare il loro limite e non farsi più disarcionare.
Non ci piacciono i mezzi facili da guidare che poi non ti regalano niente.
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