Moto e Abbigliamento Bikers dedicato : Le tendenze del 2023 influenzate dall' iconico " Chiodo di pelle "

CHE MOTO VEDREMO NEL 2023 Custom, Classic e Cruiser IL ritorno degli stili retro' delle classic  negli ultimi anni è esploso , con una serie di marchi e modelli del tutto nuovi (soprattutto cinesi) che stanno invadendo il mercato europeo.   potrebbero arrivare una scrambler Honda CL500 e una versione bagger della Rebel 1100.. In Ducati è già confermata la nuova Scrambler , mentre dall'Inghilterra potrebbe arrivare una piccola Bonneville con cilindrata intorno ai 400cc (in collaborazione con Bajaj).  BMW potrebbe presentare una versione in scala della maxi cruiser R18: la R12 con boxer 1250. Ma prepariamoci all'invasione della profanazione sacrilega elettrificata,  perchè probabilmente a Intermot e EICMA 2023 vedremo una apoteosi di moto elettriche .   Fra i marchi che stanno stimolando attivamente la curiosità dei motociclisti c'è Triumph, che porterà la versione di serie della  TE-1  .  Livewire (Harley Davidson) invecie  mostrerà la  Del Mar  in versione definitiva

Il lavoro del futuro - tecnologia vs occupazione



Il lavoro del futuro - tecnologia vs occupazione 

Il cambiamento profondo delle condizioni di lavoro che il tessuto produttivo dei Paesi occidentali offre oggi alle nuove generazioni un notevole aumento delle disuguaglianze di produttività tra le imprese e tra gli individui.
Questo fenomeno è a sua volta l’effetto di un processo molto rapido di evoluzione tecnologica, che aumenta la distanza tra chi è capace di appropriarsi delle nuove tecniche e chi no. 
Ed è anche un effetto della globalizzazione, che mette in difficoltà una parte della forza-lavoro dei Paesi più ricchi esponendola alla concorrenza della forza-lavoro dei Paesi in via di sviluppo. 
Un’evoluzione che apre scenari in chiaroscuro, come il rischio di un potenziale furto di figure specializzate a favore dei robot, ma anche i vantaggi personali e professionali di una tecnologia avanzata a disposizione della forza lavoro.


Le competenze liquide.
Più che chiederci “dove abbiamo sbagliato”, mi sembra che dobbiamo chiederci come far fronte alla sfida di questo aumento delle disuguaglianze, di fronte al quale i vecchi strumenti di protezione del lavoro appaiono molto inadeguati.

Secondo l’analisi, capacità di giudizio, sapere come muoversi in situazioni complesse e curiosità sono le competenze che le macchine non potranno replicare. 
Queste abilità trasversali si riveleranno il vantaggio chiave per le aziende e, secondo i recruiter di Michael Page, sono tra le caratteristiche imprescindibili per il professionista del futuro.
 Competenze liquide che si adattano ai diversi contesti considerato che le persone arriveranno a sviluppare da 4 a 6 carriere diverse nell’arco della propria vita.

Il curriculum del 2030. 
Cambierà anche la ricerca di lavoro. 
Il curriculum sarà uno spazio interattivo gestito dall'Intelligenza Artificiale che, come un assistente personale, gestirà i dati personali e i collegamenti.
 Le informazioni saranno conservate su base cloud e rese sicure attraverso la tecnologia blockchain ma accessibili all’AI che potrà direttamente scannerizzarle per valutare l’adeguatezza di un profilo per una descrizione di lavoro, e viceversa.

Bio-hacking: andare "oltre l’umano". 
I microchip che consentono ai lavoratori di aprire porte, accedere a terminali e pagare per merci sono già realtà. 
Ma questo è solo il principio dei bio-potenziamenti che consentiranno ai dipendenti di eseguire compiti più facilmente, più rapidamente e con risultati migliori.
 Il prossimo futuro prevede impianti smart, protesi ad alta performance e componenti potenziatori della memoria: oltre a dispositivi "indossabili" saranno utili supporti per tenere il passo con la tecnologia.

Alla difesa statica del posto di lavoro e della professionalità, che serve sempre meno, dobbiamo sostituire un diritto soggettivo alla formazione e alla riqualificazione professionale, che deve essere assicurato a tutti: occupati, disoccupati e giovani all’ingresso nel mercato del lavoro. 

Ma questo diritto deve avere un contenuto pratico molto preciso: oggetto del diritto è una formazione o riqualificazione mirata a sbocchi occupazionali effettivamente esistenti, ed efficace per accedervi. 
Per questo è indispensabile che venga rilevato in modo sistematico e capillare il tasso di coerenza tra formazione impartita da ciascun centro di formazione, scuola o facoltà universitaria, e sbocchi occupazionali ottenuti da chi ne ha ottenuto il diploma. 
E questo dato deve essere conoscibile da tutti.

Blockchain: una lunga catena di registrazione di dati duplicati attraverso milioni di macchine, che provvedono giorno e notte alla loro manutenzione. 
Il suo impatto a lungo termine sulla futura forza lavoro è destinato a essere profondo.
Con la proliferazione della blockchain, verificare le informazioni ed essere un intermediario di fiducia diventerà sempre più obsoleto. 
Le relazioni peer-to-peer non saranno più così rischiose come possono esserlo attualmente su Internet. 

La capacità dei contratti smart di consentire una rivoluzione pay-as-you-go potenzierà ulteriormente la cosiddetta "gig economy", dove i liberi professionisti stabiliscono le ore di lavoro a seconda della domanda dei consumatori. 
Con l’uso di strutture basate su token, le persone godranno di una possibilità senza precedenti di essere i boss di se stessi.


È evidente che la riconversione di figure come quella di un radiologo, di un revisore contabile, di un agente assicurativo, di un commercialista, di un capitano di nave o pilota di aereo, è molto più difficile e costosa di quanto non sia insegnare a una ex-lavandaia il mestiere della cameriera o della magazziniera. 
Ma questa sfida non è affatto persa in partenza: certo, in alcuni casi la soluzione più ragionevole consisterà in un puro e semplice indennizzo dei losers, mediante un prepensionamento; ma nella maggior parte dei casi sarà invece possibile puntare a una riconversione capace di valorizzare le conoscenze e l’esperienza anche del pilota e del chirurgo.
 Per esempio, il robot-chirurgo oggi rende possibile un grande aumento delle operazioni delle quali fino a ieri erano capaci soltanto pochissimi ospedali molto specializzati e pochissimi chirurghi di alto livello; ne consegue un aumento dei chirurgi di livello medio richiesti per svolgerle anche a grande distanza dall’ospedale specializzato, con corrispondente aumento della domanda di formazione in cui sono impegnati i chirurghi di alto livello, ma anche della domanda di aiuti e di personale paramedico per l’assistenza al maggior numero di persone che possono essere operate.

A proposito del nuovo brevetto ottenuto da Amazon si è parlato di “nuovo schiavismo”.
 Ma quel brevetto non ha per oggetto alcun dispositivo di controllo a distanza: serve solo per facilitare il reperimento dell’oggetto giusto sugli scaffali e segnalare l’eventuale errore. 
Solo che, essendo in forma di braccialetto, ha richiamato alla mente quello usato dalla polizia giudiziaria. 
In realtà sono due cose completamente diverse. 
Una risposta un po’ più meditata di lavoratori e sindacato alla novità di cui hanno parlato i media dovrebbe consistere, per un verso, nel controllare che nel nuovo strumento non vengano inseriti a tradimento dispositivi, oggi non previsti, capaci di trasmettere a una centrale i dati relativi ai movimenti dell’operatore e ai suoi eventuali errori; per altro verso nel rivendicare che i frutti del guadagno di produttività conseguito per effetto dell’uso del nuovo strumento siano spartiti equamente fra l’impresa e i lavoratori. 
Maggior reddito con minore fatica. 
Se la cosa viene governata contrattualmente in questo modo, il “nuovo schiavismo” possiamo andare a cercarlo altrove.

L’impatto dei robot sui lavori. 
Benché i robot e l’Intelligenza Artificiale siano destinati inevitabilmente ad assumere molte funzioni tra quelle più basate sui dati e sul riconoscimento di pattern, ci sarà un cambiamento nelle interazioni tra uomini e macchine che porterà al massimo livello di efficienza. L’automazione di compiti ripetitivi e basati su dati porterà alla creazione di nuove tipologie di lavoro, con maggiore attenzione al modo in cui persone e macchine possono lavorare insieme con la migliore efficienza possibile. 
I colleghi robot, o "cobot" si integreranno nella forza lavoro e le visioni "antiquate" della differenza tra macchine e persone dovranno evolversi ed essere sostituite da una forza lavoro basata su coabitazione e cooperazione

Quand’anche fosse possibile accertare e misurare la “quantità di sostituzione” dell’uomo da parte della macchina, e fosse possibile gravare il progresso tecnologico di un’imposta applicabile in modo uguale in tutti i Paesi del mondo, questo gioverebbe poco al genere umano. 
Se negli anni ’50 fosse stata messa un’imposta sulle lavatrici, essa non avrebbe giovato alle lavandaie chine sui lavatoi del Naviglio Grande con le mani nell’acqua gelida: avrebbe solo ritardato il loro passaggio a lavori meno faticosi e più produttivi. 

Il problema non è di ritardare il progresso tecnologico, ma di redistribuirne i benefici e di riqualificare le persone cui i robot si sostituiscono, in modo che esse possano dedicarsi ai molti altri lavori richiesti ma vacanti già oggi, e soprattutto all’infinità di lavori nuovi che saranno richiesti domani e che le macchine non potranno svolgere. 

Oggi in Italia c’è almeno mezzo milione di posti di lavoro che rimangono permanentemente scoperti per mancanza di persone competenti: tecnici informatici, elettricisti, falegnami, infermieri, artigiani dei mestieri più vari. 
Domani ci sarà comunque – se gli consentiremo di esprimersi – un bisogno senza limiti di lavoro umano non sostituibile dalle macchine nei settori dell’assistenza medica e paramedica alle persone, dell’istruzione, della diffusione delle conoscenze, dei servizi qualificati alle famiglie e alle comunità locali, della ricerca in tutti i campi, e l’elenco potrebbe continuare a lungo. 
Certo, tutte funzioni nelle quali l’alfabetizzazione digitale sarà sempre più indispensabile: per questo diventa centrale il diritto soggettivo alla formazione e riqualificazione, di cui parlavamo poco fa.

Commenti